Recentemente il FMI aveva bacchettato l’UE sulla posizione rispetto alla Grecia, ritenendo eccessivamente rigide le pretese europee: tassi di interesse troppo alti sul prestito, condizioni eccessivamente esose, richieste di riforme inverosimili erano le accuse rivolte all’UE sulla situazione greca. Ricordiamo che la Grecia è stata oggetto di intervento da parte dell’UE per evitare il forte rischio di uscita dall’UE per la situazione economica del Paese che era arrivato veramente sull’orlo del baratro. La Grecia, sollecitata dall’UE, quasi si potrebbe dire ricattata dalla stessa, ha dato corso a importanti riforme strutturali, conditio sine qua non per la concessione di aiuti necessari per superare la grave crisi.
Si registra oggi una sorta di accordo tra l’Eurogruppo, l’insieme dei ministri finanziari dell’UE e il FMI, al fine di realizzare una nuova missione in Grecia per valutare le possibilità e le condizioni per una nuova tranche di aiuti per 7 miliardi di Euro. Il FMI ritiene di dover alleggerire le condizioni alla Grecia in termini di maggiore dilazione nei pagamenti e riduzione dei tassi di interesse, mentre l’UE sarebbe disposta ad alleggerire le richieste di nuove riforme ma nessuna concessione rispetto al Debito greco con l’UE. Di certo pesano le elezioni in Francia e Germania: sarebbe difficile spiegare agli elettori un ammorbidimento verso la Grecia e il timore della perdita di consensi irrigidisce l’UE.