Quale futuro attende l’Italia? È davvero difficile da dire, ma lo scenario sembra essere oggi meno nebuloso di quanto potesse apparire appena pochi giorni fa. Tutto dipenderà dagli sviluppi della situazione attuale, che è davvero in divenire giorno per giorno e rende quasi impronosticabile quanto può accadere addirittura il giorno successivo. Ad ogni modo proviamo a tracciare il quadro odierno, con vista sul futuro prossimo.
A partire da lunedì scorso, in data 4 maggio, anche l’Italia è entrata nella tanto attesa fase 2: un passaggio che non sta certamente a significare un totale liberi tutti, perché la pandemia di Coronavirus non è ancora affatto stata debellata. Tuttavia, di certo le linee guida della fase 2 comportano un sostanziale allentamento di quelle che erano le misure di sicurezza precedenti. Ma che cosa succederà dopo questo periodo?
Dopo la fase 2: che cosa succederà?
Quel che è certo è che la fase 2 si protrarrà fino al 18 maggio: due settimane esatte dunque, all’interno delle quali la situazione sta venendo monitorata con costanza ed attenzione per capire se effettivamente si stanno registrando continui miglioramenti o se invece si presentano lati negativi, effetti collaterali o eventuali ricadute. Ma dopo la data sopra citata, cosa succederà?
Come detto, tutto dipende dai risultati che queste due settimane forniranno al Governo ed agli organi competenti. Gli sviluppi, in positivo o in negativo, del contagio saranno determinanti in questo senso. Questo sarà strettamente vincolato all’approvazione di un nuovo DPCM che dovrà, nel caso, essere annunciato dal premier Conte entro la fine della settimana in corso. Ad oggi è solo possibile basarsi sul quadro e sulle pianificazioni fornite dal Governo stesso nel momento in cui è stato annunciato il passaggio in questo nuovo periodo.
A partire dal 18 maggio quindi, se tutto andrà come previsto, si verificherà un ulteriore allentamento di tutte le misure restrittive in atto. Le sostanziali novità riguarderanno quindi due aspetti precisi: la vita privata ed i relativi spostamenti e l’ambito lavorativo. Nel primo caso sarà possibile muoversi con una libertà ancora maggiore a quella attuale (adesso si è aggiunta la possibilità di andare a trovare parenti e congiunti).
L’aspetto lavorativo
Dal punto di vista lavorativo invece, potranno riaprire tutti i negozi per la vendita al dettaglio: ovviamente seguendo rigorosamente le regole necessarie per il distanziamento sociale e la sicurezza dei clienti ma anche dei lavoratori stessi. Questo significa che si potrà nuovamente circolare tra i negozi e fare acquisti normalmente, pur essendo logicamente condizionati dalle nuove misure di sicurezza.
Diverso il discorso per quanto riguarda determinate attività commerciali: ovvero bar, ristoranti e parrucchieri. Le decisioni relative a queste categorie spetteranno infatti alle varie Regioni, che decideranno in autonomia le date di riapertura in base ai rispettivi numeri del contagio. L’Alto Adige, per esempio, ha già bruciato le tappe rivendicando la propria autonomia e riaprendo tutto questo tipo di attività.
Importanti novità anche per quel che riguarda l’aspetto religioso: il 18 maggio segnerà il confine temporale oltre il quale sarà possibile anche tornare a messa. Ovviamente, anche in questo caso le funzioni saranno condizionate dai nuovi parametri da seguire: il rispetto delle misure di sicurezza, gli ingressi contingentati, e la misurazione della temperatura all’ingresso nelle chiese stesse, che non dovrà essere superiore ai 37,5°.
Spostamenti tra regioni: bisogna ancora attendere
Per quanto riguarda gli spostamenti interni alla stessa Regione a partire dal 18 potrebbe essere eliminato l’utilizzo dell’autocertificazione, che è tuttora in vigore, in attesa di poter garantire la totale mobilità in data 25 maggio o al più tardi 1 giugno. Non lo stesso si può dire invece in merito agli spostamenti tra diverse Regioni. In questo caso bisognerà ancora attendere un calo ulteriore e sensibile del numero dei contagiati.